l’Angelo della morte Amanita phalloides

l’Angelo della morte Amanita phalloides

In autunno, in tutti i boschi con le prime piogge fanno la comparsa i nostri amati funghi, tra questi c’è da porre moltissima attenzione alla famigerata Amanita phalloides (l’ angelo della morte o ovulo malefico). L’Amanita phalloides  nota anche come amanita falloide o tignosa verdognola è un fungo basidiomicete della famiglia delle Amanitaceae,  velenoso mortale assai diffuso è il più pericoloso esistente in natura a causa della sua tossicità estremamente elevata e del suo elevato polimorfismo che lo rende somigliante a molte specie, congeneri e non. L’avvelenamento da Amanita phalloides ha quasi sempre esito letale e, nel caso che l’avvelenato sopravviva, lo costringe in genere all’emodialisi a vita o al trapianto di fegato.

Di seguito riportiamo la descrizione macroscopica della specie

Amanita phalloides

Cappello

Di colore variabile da grigio-giallastro, a verdastro, o giallo-bruno o anche bianco nella varietà alba, di forma conico-campanulata od emisferica e poi espanso, pianeggiante, liscio, serico, senza verruche, con fibrille innate.

Lamelle

Bianche, libere al gambo, alte.

Gambo

Bianco, spesso ornato da “zebrature” simili al colore del cappello (non facilmente distinguibili nella varietà alba), prima pieno e poi cavo nell’esemplare molto vecchio, bulboso alla base.

Anello

Bianco con riflessi giallognoli, cadente a fazzoletto sul gambo, spesso caduco negli esemplari maturi.

Carne

Bianca, immutabile, soda.
Assaggio assolutamente da evitare dato che solo 3-7 milligrammi possono essere fatali. Per evitare l’accidentale ingestione di un frammento di fungo – anche piccolo – nella cosiddetta fase di assaggio, si sconsiglia vivamente tale procedura per la specie in questione.

  • Odore: pressoché nullo (o di rosa appassita) nel fungo fresco e giovane, di miele nel fungo adulto, fetido e cadaverico nel fungo fradicio. Il micologo Riccardo Mazza, nel suo libro “Introduzione alla Micosmologia“, afferma che l’odore ricorda l'”ammoniaca”.
  • Sapore: nullo in principio, un po’ acre oppure di “nocciole” alla fine.

Distribuzione e habitat

Cresce in estate-autunno, un po’ in tutta Italia, soprattutto sotto le querce ed i castagni nei boschi frondosi, non di rado anche sugli argini alberati, limitanti prati e terreni coltivati. Predilige le latifoglie ma non di rado si trova anche nei pressi di conifere.

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